14 marzo 2011
La “piccola rivolta” di Opiemme
Il 29 Gennaio scorso, Torino è stata scenario di una singolare performance ideata da Opiemme, scrittore e artista che in questi giorni espone al Museo di Scienze Naturali nella collettiva KM011, organizzata da Luca Beatrice, e in una personale “Senza Bandiere”, presso la galleria Dieffe Arte Contemporanea.
La Maleducazione Uccide, intervento fra street art e flash mob, fra installazione e poesia di strada, ha rappresentato una “piccola rivolta” contro la maleducazione di chi abbandona le feci dei propri cani, noncurante che il marciapiede sia di tutti, che la città sia un bene comune e non un bagno a cielo aperto. Una rivolta che prende il pretesto dei bisogni lasciati dai padroni dei cani, per denunciare la maleducazione e il menefreghismo che dilaga nelle città e in alcune persone.
Un’azione simbolica: le feci divengono simbolo di individualismo, menefreghismo, ed egoismo.
Mali che secondo l’autore “corrompono la nostra nazione, più che le tante contestate guide politiche, che se ancora si trovano in posizione di leadership è a causa di una popolazione disinteressata ad affari politici ed etici”.
La partecipazione è stata numerosa, grazie al supporto della stampa e delle radio locali che hanno dato comunicazione dell’evento.
Le persone hanno potuto così recuperare i cartellini riportanti un “warning” con una veste grafica simile a quella dei pacchetti di sigarette, La Maleducazione Uccide, appunto, e inzaccherarli nelle cacche abbandonate.
La partecipazione del pubblico è stata numerosa e spontanea; non vi era infatti un meeting point, ma bensì ognuno era libero di agire dove e quando voleva nella giornata.
La scuola elementare Gabetti, ha visto la partecipazione di una sua intera classe che ha utilizzato ben 80 cartellini nei dintorni dell’edificio scolastico. Un dato allarmante, indice del poco rispetto dei cittadini verso la propria comunità.
Video
Visita il sito: www.opiemme.com
Chi è Opiemme
Opiemme lavora sulla poesia, sulla parola e, in generale, attorno al tentativo di svecchiare la comunicazione, trovando un punto di incontro con le persone: l’ambiente pubblico. La sua poesia diviene, in questo modo, poesia di strada.
I lavori di Opiemme, usando un linguaggio di denuncia non partitica, trattano di libertà, giustizia, etica civile e rispetto della natura. Un’arte senza bandiere, che sogna speranze e valori.
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